I rinvii angolari Chiaravalli offrono una tecnologia d’avanguardia e soluzioni meccaniche d’eccellenza per poter soddisfare le crescenti esigenze di un mercato sempre più complesso. La forma cubica dei rinvii angolari è pratica e consente un montaggio universale su ogni macchina. I rinvii si dimostrano altrettanto versatili per quanto concerne la scelta degli alberi e la possibilità di connessione diretta a qualsiasi tipo di motore, dai normati IEC ai brushless, ai pneumatici e così via.
I rinvii angolari Chiaravalli serie CHQ sono stati progettati per applicazioni industriali ove occorre trasmettere un moto rotatorio di potenza tra assi disposti perpendicolarmente tra loro. Otto diverse grandezze, cinque rapporti di riduzione (o moltiplica) 1:1 – 1:1,5 – 1:2 – 1:3 – 1:4, alberi da diametro 11 a 85 mm, alberi cavi passanti da diametro 12 a 80 mm con linguetta da 4 a 22 mm, oppure alberi cavi con profilo scanalato UNI 8953 NT dal 6x11x14 al 10x72x82.
Inoltre sono disponibili alberi cavi predisposti per il trascinamento con calettatore, ed ancora flange con albero cavo e cava linguetta per attacco motore elettrico in versione B5 e B14, dalla grandezza 86 alla 160. Potenze fino a 1.074 Kw, coppie fino a 9.516 Nm, velocità di rotazione fino a 3.000 giri/minuto ed anche oltre.
Nella determinazione del rinvio da impiegare oltre alle esigenze puramente tecniche delle potenze in funzione del numero di giri e delle coppie da trasmettere, bisogna tenere conto della gravosità dell’impiego che dipende da molteplici fattori: Ciclo di funzionamento (intermittente, costante, ecc. ecc.), carichi radiali e assiali gravanti sulla estremità degli alberi, temperature max. e min., ambiente (polveroso ecc. ecc.) tipo di lubrificante.
Catalogo rinvii angolari Chiaravalli
Le NOVITÀ più importanti di questo progetto stanno nella costruzione del tutto innovativa dei carter che (a parte la taglia più grossa QB 350) sono in lega di alluminio, ricavati da trafilato e/o da fusione: già questo fa calare il peso totale dei gruppi mediamente di 2/3.
Inoltre nelle costruzioni classiche in ghisa, ormai obsolete, nell’intento di creare un carter già disponibile per tante diverse situazioni, canonicamente composto da quattro pezzi (corpo cubitale centrale, due flange laterali ed una “torretta”), si è perso di vista il problema che tutti questi elementi necessitano di centraggi su centraggi, fori, filetti e viti che sono molto ingombranti, oltre che molto più costosi che non un pezzo unico, o due pezzi, fino a un massimo di tre, del nostro concetto di carter innovativo